Passano le ore e i giorni, e poi le settimane e infine i mesi e il blog resta sempre lì muto ad aspettare che tu scriva qualcosa; come una pagina del tuo diario, bianca come il latte, che appoggiato aperto sul tavolo blu del soggiorno ti guarda aspettando te, solo te, le tue parole e i tuoi pensieri.
E mentre il tempo passa, tu non esiti a fotografare i tuoi piatti preferiti, pensando che un giorno non troppo lontano posterai anche questa ricetta, magari riprenderai a scrivere, strapperai qualche minuto al tuo libro preferito e riprenderai a scrivere. Sì, a scrivere.
E così è successo che una domenica sera, aprendo il frigorifero silenzioso, ho trovato una confezione di panna e tre kiwi che nel giro di qualche giorno probabilmente avrebbero raggiunto da soli la pattumiera.
Ho quindi fatto il classico 1+1 e nel giro di pochi minuti ho preparato quella che ormai è passata alla storia come la panna cotta del lunedì...anche se anche il martedì o mercoledì o venerdì non è che viene disdegnata da nessuno.
Il concetto della panna cotta è semplice, quasi scemo, secondo alcuni potrebbe quasi essere una ricetta per dummies, considerato che l'unica cosa di seria difficoltà è quella di versare il liquido dentro ai bicchierini!
Prendete quindi una confezione di panna fresca da 250 ml, svuotate il contenuto in un pentolino ed aggiungete la stessa quantità di latte fresco, aggiungete due o tre cucchiai di zucchero e portate a bollore; nel frattempo prendete due fogli di gelatina e metteteli in acqua fredda fino a quando non si saranno ammorbiditi. Infine aggiungeteli alla panna+latte caldi e mescolate bene fino a quando la gelatina non si sarà sciolta.
A questo punto potete versare il vostro liquido dentro un unica ciotola oppure in piccoli bicchierini monoporzione dei quali avrete fatto incetta nel più vicino negozio svedese di vostra conoscenza oppure nei bicchierini della nonna, quelli che si vede che ne hanno viste tante.
Quando il liquido si sarà raffreddato mettete i vasetti in frigo per qualche ora.
Nel frattempo, pelate tre kiwi, frullateli con il vostro fido minipimer con un paio di cucchiai di zucchero, non troppi perchè l'acidulo del kiwi serve a contrastare proprio il dolce della panna cotta e non vogliamo che diventi un dolce troppo sdolcinato.
Al momento di servire, versate sopra i vostri bicchierini di panna cotta un pò di crema di kiwi, a vostro discreto piacimento.
Potete ovviamente sostituire i kiwi con qualsiasi altro frutto di stagione, fragole, pesche, perchè la panna cotta è quel dolce, veloce e discreto, che va bene in ogni occasione, sia d'estate che come piccola coccola del lunedì.
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lunedì 28 novembre 2011
martedì 17 maggio 2011
La torta e i biscotti....
Qualche settimana fa era il compleanno della mia bimba, la seconda, la pulcina, la buffetta e così anche se un po' in ritardo, abbiamo deciso di festeggiarla a dovere, con una piccola festa di bimbi...peccato che molti di questi bimbi fossero già impegnati altrove e quindi alla fine ho pensato di trasformare la festa in un thè con i biscotti, che poi si è trasformato, complice il tempo, in un aperitivo in terrazza.
Non è mancata ovviamente la torta come non sono mancate le candeline da spegnere al volo; una torta fatta con mousse al cioccolato bianco e limone (sul sito del cavoletto potete trovare la ricetta completa) ricoperta da una mousse leggera alle fragole, inventata da me, che però visto il caldo si è un po' squagliata, dando alla torta quell'aspetto un po' retrò e decadente che vedete in foto....Alla fine era in ogni caso buonissima!
E così il giorno dopo mi sono trovata come al solito con qualche avanzo, nonostante i sacchetti di biscotti distribuiti ad ogni invitato ed è finita come sempre con una tazza di thè e un biscotto....in bilico...come sempre....
domenica 30 gennaio 2011
I cuoricini della domenica
Dopo il blog intimista di una settimana fa, è ora di tornare a parlare un pò di cucina....Penso di aver già espresso la mia opinione sulla domenica mattina, quella passata sotto le coperte a leggere un libro mentre fuori ci sono le nuvole oppure la bora o che ne so, anche un bel sole che scalda le coperte...
Oggi però è una domenica mattina diversa, di quelle che ti svegli alle 8.20 con Alice che ti tira i capelli e con la sua vocina ridicola dice "Mamma, mamma" mentre Giulia si è fissata che vuole assolutamente leggere tutti i libri della sua immensa biblioteca, iniziando da La principessa e il ranocchio e finendo con Alice nel paese delle meraviglie.
Ti alzi e non sai come, ma dopo esserti adeguatamente coperta con maglioni, pantaloni della tuta informi ma pesantissimi, ti dirigi nemmeno tanto mesta in cucina dove incominci a impastare, mescolare e produrre delle buonissime briosche svedesi.
Ovvero quelle cose rotonde che se andate all'ikea trovate già pronte e surgelate, solo da mettere in forno.
Se non fosse che riprodurle a casa è una cosa quasi idiota, anch'io potrei azzardarmi a comprarle.
La differenza sta nel fatto che comprando quelle già pronte ti perdi tutta l'emozione di farle le brioche; vuoi mettere vedere l'impasto che prende forma sotto le tue mani, le impronte di farina sui mobili della cucina, quel ricordo atavico di quando eri piccolina e con la nonna impastavi torte, tigelle, gnocco fritto e la sfoglia dei tortellini, e sopratutto vuoi mettere il ditino di alice che affonda nella palla che sta lievitando piano piano sotto il cannovaccio preferito?
Ultima annotazione: quest'oggi invece che riprodurre le rondelle tonde che trovate all'ikea, ho deciso di mettere l'impasto dentro degli stampini di silicone che Monica mi ha regalato per Natale e che hanno appunto la forma del cuoricino.
Ingredienti:
450 grammi di farina
25 grammi di lievito
250 ml di latte
100 grammi di zucchero
75 grammi di burro
cardamomo macinato un pizzico o qualche semino
cannella un cucchiaino
sale un pizzico
zucchero
Se usate il cardamomo intero, pestate un seme gigante ed estraetene i semini piccoli; scaldate il latte e versateci i semini. Lasciateli in ammollo in modo che il latte assorba il sapore del cardamomo.
A questo punto filtrate il latte e scioglieteci dentro il lievito.
Nella ciotola mescolate farina, zucchero, il burro che avrete precedentemente sciolto, il sale e la cannella; aggiungete il latte ed il lievito e mescolate fino ad ottenere una pasta liscia ed omogenea.
Coprite con un cannovaccio e lasciate lievitare per circa due ore (come per tutti gli impasti deve raddoppiare di volume).
A questo punto riprendete l'impasto e dividetelo nei vari pirottini a forma di cuoricino; questa dose è sufficiente per circa 15 brioche, quindi dovrete avere molti cuoricini....Aspettate circa 30 minuti in modo che l'impasto lieviti nuovamente ed infornate per circa 20 minuti a 180 gradi.
Nel caso in cui vogliate riprodurre le originali brioche svedesi, invece, prendete l'impasto, stendetelo con il mattarello in un rettangolo alto circa mezzo centimetro e spalmatelo con 50 grammi di burro sciolto, 50 grammi di zucchero e un pizzico di cannella.
A questo punto arrotolatelo e tagliate delle rondelle di circa 3 cm di lato. Mettete le rondelle in una teglia da forno, lasciate lievitare 30 minuti e infornate a 180gradi per circa 20 minuti.
Buona domenica mattina!
mercoledì 12 gennaio 2011
Muffin cioccolata bianca e fragole
E' successo prima di Natale che nella fretta di partire per San Benedetto del Tronto (dopo aver fatto tappa nell'ordine a Udine e a Ferrara, quando si dice la famiglia Brambilla in vacanza), con al seguito figlie e cane, abbia deciso di lasciare sul blog la ricetta dei muffin con le pere e il cioccolato, sperimentata da poco.
E' successo poi che oggi mentre riordinavo il mio vecchio portatile (a cui, causa intervento di Alice, manca anche qualche tasto, qualcuno sa dov'è finita la mia n???), e quindi eliminavo vecchi file e organizzavo meglio quelli esistenti, io abbia trovato questa vecchia foto, che ritrae, guarda caso, dei muffin ma questa volta con cioccolata bianca e fragole.
In sostanza, la ricetta è identica a quella già postata il 23 dicembre e ricalcata da una ricetta trovata sul sito del cavoletto di bruxelles, solo che qui, a testimonianza che tutto si trasforma, avevo usato delle buonissime fragole e della cioccolata bianca. Benchè io adori le fragole "nature" ovvero solo con un pò di zucchero e limone, senza panna e inutili fronzoli, devo ammetterlo che qui, sarà l'impasto del muffin che le copre e le conserva, le fragole mantengono tutto il loro sapore, che non si confonde con quello della cioccolata bianca.
In conclusione sono un bel modo di iniziare la giornata o perchè no farla iniziare alla propria famiglia e ovviamente a quei mangioni dei colleghi di lavoro.....
E' successo poi che oggi mentre riordinavo il mio vecchio portatile (a cui, causa intervento di Alice, manca anche qualche tasto, qualcuno sa dov'è finita la mia n???), e quindi eliminavo vecchi file e organizzavo meglio quelli esistenti, io abbia trovato questa vecchia foto, che ritrae, guarda caso, dei muffin ma questa volta con cioccolata bianca e fragole.
In sostanza, la ricetta è identica a quella già postata il 23 dicembre e ricalcata da una ricetta trovata sul sito del cavoletto di bruxelles, solo che qui, a testimonianza che tutto si trasforma, avevo usato delle buonissime fragole e della cioccolata bianca. Benchè io adori le fragole "nature" ovvero solo con un pò di zucchero e limone, senza panna e inutili fronzoli, devo ammetterlo che qui, sarà l'impasto del muffin che le copre e le conserva, le fragole mantengono tutto il loro sapore, che non si confonde con quello della cioccolata bianca.
In conclusione sono un bel modo di iniziare la giornata o perchè no farla iniziare alla propria famiglia e ovviamente a quei mangioni dei colleghi di lavoro.....
giovedì 23 dicembre 2010
Muffin pere e cioccolato.... AUGURI!!!!!
Settimane che guardo fuori dalla finestra e poi penso che dovrei scrivere.
Settimane che penso che ancora una volta ho iniziato una cosa e l'ho lasciata in sospeso, non a metà ma nemmeno finita.
Settimane che guardo le mie foto e penso che dovrei metterle in rete, inserire un post su quei fantastici biscottini che ho preparato l'8 dicembre assieme a Giulia, impastando burro, farina, uova e zucchero in quantità industriali, sfornando alla fine qualcosa come 4.5 kg di biscotti, tutti diversi, tutti buonissimi. Alcuni farciti con la crema al cioccolato bianco e mandorla, alcuni a forma di omino alla cannella e poi i baci di dama, le stelline, le farfalline intinte nel cioccolato fuso...giorni che vorrei pubblicare la foto della scatolina bianca, peso specifico con contenuto di 400 grammi, regalo di natale per i miei amici.
Eppure ancora oggi, nulla.
Perchè non ho tempo, perchè non ho le foto, perchè c'è sempre qualcosa di più urgente da fare.
Oggi c'è da comprare i regali di Natale, da svuotare la scrivania di fascicoli colorati, di mettere ordine nei cassetti e partire, per la Vigilia, per il Natale e per Santo Stefano.
Ma sopratutto da farvi gli auguri di BUON NATALE!
In regalo la mia ricetta dei muffin alle pere e cioccolato:
Ingredienti:
farina 225 gr
latte 150 ml
pere due
cioccolato fondente al 70% 100
burro 75 gr
zucchero 60 gr
uova 2
lievito per dolci una bustina
sale un pizzico
Mescolare la farina con lo zucchero, il lievito e il sale.
In un altra terrina, mescolare le uova con il latte e il burro fuso.
Tritare il cioccolato al coltello ma non troppo fine (assolutamente da evitare il frullatore o robot da cucina o qualsiasi altro aggeggio del genere); tagliare le pere a cubetti e aggiungere pere e cioccolato alla farina, aggiungere poi il composto liquido e mescolare velocemente. Versare l’impasto negli stampini da muffin (magari quei bei pirottini svedesi che avete comprato da poco), e far cuocere a 180° per circa 20 minuti o finché i muffin siano gonfi e dorati.
Settimane che penso che ancora una volta ho iniziato una cosa e l'ho lasciata in sospeso, non a metà ma nemmeno finita.
Settimane che guardo le mie foto e penso che dovrei metterle in rete, inserire un post su quei fantastici biscottini che ho preparato l'8 dicembre assieme a Giulia, impastando burro, farina, uova e zucchero in quantità industriali, sfornando alla fine qualcosa come 4.5 kg di biscotti, tutti diversi, tutti buonissimi. Alcuni farciti con la crema al cioccolato bianco e mandorla, alcuni a forma di omino alla cannella e poi i baci di dama, le stelline, le farfalline intinte nel cioccolato fuso...giorni che vorrei pubblicare la foto della scatolina bianca, peso specifico con contenuto di 400 grammi, regalo di natale per i miei amici.
Eppure ancora oggi, nulla.
Perchè non ho tempo, perchè non ho le foto, perchè c'è sempre qualcosa di più urgente da fare.
Oggi c'è da comprare i regali di Natale, da svuotare la scrivania di fascicoli colorati, di mettere ordine nei cassetti e partire, per la Vigilia, per il Natale e per Santo Stefano.
Ma sopratutto da farvi gli auguri di BUON NATALE!
In regalo la mia ricetta dei muffin alle pere e cioccolato:
Ingredienti:
farina 225 gr
latte 150 ml
pere due
cioccolato fondente al 70% 100
burro 75 gr
zucchero 60 gr
uova 2
lievito per dolci una bustina
sale un pizzico
Mescolare la farina con lo zucchero, il lievito e il sale.
In un altra terrina, mescolare le uova con il latte e il burro fuso.
Tritare il cioccolato al coltello ma non troppo fine (assolutamente da evitare il frullatore o robot da cucina o qualsiasi altro aggeggio del genere); tagliare le pere a cubetti e aggiungere pere e cioccolato alla farina, aggiungere poi il composto liquido e mescolare velocemente. Versare l’impasto negli stampini da muffin (magari quei bei pirottini svedesi che avete comprato da poco), e far cuocere a 180° per circa 20 minuti o finché i muffin siano gonfi e dorati.
mercoledì 24 novembre 2010
La torta di riso
Oggi mattina di sole e di lavoro che inizia con una colazione a base di torta di riso.
Quella che faceva la nonna e che appena arrivavi a casa sua il sabato pomeriggio, dopo un lungo e lento viaggio di 300 chilometri, trovavi tagliata a rombi perfetti, perfettamente impilata su un piatto vecchissimo con il bordo a fiorellini e che prendevi al volo prima di correre fuori per i campi con il cane, che ci fosse la nebbia, il sole oppure la pioggia! L'importante in quei giorni era sfogare l'energia repressa durante la settimana di scuola.
E quindi una torta che mi riporta indietro con i ricordi e che sa tanto di casa, di buono, di coccole, che in questa mattina di novembre non bastano mai.
La torta di riso
Ingredienti:
1 litro di latte
200 grammi di riso originario
2/3 cucchiai da cucina di zucchero (circa 40 grammi)
4 uova
100 grammi di cioccolato fondente
100 grammi di mandorle
un pugnetto di uvetta
un pò di canditi (di quelli buoni, magari fatti in casa)
la buccia del limone
In una pentola mescolare latte, zucchero e buccia del limone e porre sul fuoco; dopo qualche minuto aggiungere il riso, mescolare bene e a bollore. Cuocere lentamente per circa 20 minuti, fino a quando il riso sarà al dente.
Togliere la pentola dal fuoco e non appena il riso sarà tiepido aggiungere una alla volta le uova e mescolare fino a quando non saranno perfettamente amalgamate.
Nel frattempo tritare il cioccolato e le mandorle e i canditi; se si vuole si possono far tostare le mandorle in un pentolino con un cucchiaio di zucchero fino a che diventano di un bel colore ambrato.
Aggiungere cioccolato, mandorle, canditi e uvetta al riso. A questo punto c'è anche chi aggiunge altra frutta secca (come noci e nocciole) oppure pezzi di frutta fresca; la ricetta originale della nonna però non li prevede.
Imburrare ed infarinare quindi una teglia (preferibilmente rettangolare).
Versare l'impasto nella teglia e infornare, con il forno già caldo, a 170 gradi per 30 minuti.
Sfornare e mettere la torta su una griglia in modo che si raffreddi.
Tagliare infine a rombi e posizionare i vari pezzi su un bel piatto da portata in una piramidina ordinata.
Quella che faceva la nonna e che appena arrivavi a casa sua il sabato pomeriggio, dopo un lungo e lento viaggio di 300 chilometri, trovavi tagliata a rombi perfetti, perfettamente impilata su un piatto vecchissimo con il bordo a fiorellini e che prendevi al volo prima di correre fuori per i campi con il cane, che ci fosse la nebbia, il sole oppure la pioggia! L'importante in quei giorni era sfogare l'energia repressa durante la settimana di scuola.
E quindi una torta che mi riporta indietro con i ricordi e che sa tanto di casa, di buono, di coccole, che in questa mattina di novembre non bastano mai.
La torta di riso
Ingredienti:
1 litro di latte
200 grammi di riso originario
2/3 cucchiai da cucina di zucchero (circa 40 grammi)
4 uova
100 grammi di cioccolato fondente
100 grammi di mandorle
un pugnetto di uvetta
un pò di canditi (di quelli buoni, magari fatti in casa)
la buccia del limone
In una pentola mescolare latte, zucchero e buccia del limone e porre sul fuoco; dopo qualche minuto aggiungere il riso, mescolare bene e a bollore. Cuocere lentamente per circa 20 minuti, fino a quando il riso sarà al dente.
Togliere la pentola dal fuoco e non appena il riso sarà tiepido aggiungere una alla volta le uova e mescolare fino a quando non saranno perfettamente amalgamate.
Nel frattempo tritare il cioccolato e le mandorle e i canditi; se si vuole si possono far tostare le mandorle in un pentolino con un cucchiaio di zucchero fino a che diventano di un bel colore ambrato.
Aggiungere cioccolato, mandorle, canditi e uvetta al riso. A questo punto c'è anche chi aggiunge altra frutta secca (come noci e nocciole) oppure pezzi di frutta fresca; la ricetta originale della nonna però non li prevede.
Imburrare ed infarinare quindi una teglia (preferibilmente rettangolare).
Versare l'impasto nella teglia e infornare, con il forno già caldo, a 170 gradi per 30 minuti.
Sfornare e mettere la torta su una griglia in modo che si raffreddi.
Tagliare infine a rombi e posizionare i vari pezzi su un bel piatto da portata in una piramidina ordinata.
martedì 23 novembre 2010
la torta esterhazy
E arriva la domenica mattina, di quelle che fuori c'è il sole e quindi le bimbe ti costringono ad uscire dalle coperte, a vestirti, a raccogliere cappotti e biciclette e a fare un giro per la città, per le vie affollate di gente, schivando i tavolini dei bar, i cani a passeggio, i bambini che saltano.
E arriva anche la domenica pomeriggio, quando il sole tramonta in mare, e dopo aver sfogliato e risfogliato tutti i libri di cucina che hai in casa, decidi che è giunta l'ora di affrontare la Torta Esterhazy , pubblicizzata dal Cavoletto nel suo penultimo libro e che viene direttamente da Budapest.
Si tratta di una torta fatta di sei strati di cialda alle noci, intervallate da crema alle noci e ricoperta ovviamente di noci; in pratica, se siete allergici alle noci, potreste avere uno shock anafilattico solo a guardarla la torta esterhazy!!!
Va detto poi che domani è lunedì e la Michela ci ha invitato a cena, a me, al sacco di patate e ad altri colleghi e quindi, visto che le piacciono un sacco le noci, questa è la torta giusta per lei.
Quindi io e Giulia incominciano a tirare fuori dagli armadi il cerchio di pasticceria, le ciotole maxy dell'ikea, il frullatore, le uova, il latte, le noci, la carta forno...e la cucina incomincia a riempirsi di macchie di crema, di briciole di noci, di schizzi di albumi montati a neve.
Il tutto sta nel prenderci la mano; all’inizio guardi queste cialde alle noci che cuociono lente in forno e la prima ti sembra troppo molle, la seconda ti sembra troppo colorata, la terza troppo bianca, però finalmente quanto tutto sembra essere perduto la quarta, la quinta e la sesta vengono fuori della giusta consistenza.
Poi incominci a preparare la crema e qua si apre il capitolo: la crema deve avere la consistenza della crema pasticcera oppure quella più liquida della crema all’inglese? La risposta è una sola; la prima, sennò appena la versi sulla cialda croccante di forno, sarà tutto un inseguirsi di rivoli di crema per il piatto.
Poi costruisci la torta: ma visto che sei testarda e non hai nessuna voglia di dare retta a chi, alle tue spalle, ti dice di usare il cerchio per montare il tutto, così da dargli un po’ di sostegno, fai a mano libera e il risultato è molto simile alla torre di Pisa.
Avete presente no quella torre che è famosa in tutto il mondo solo per un motivo ovvero perché è storta, perché colui che l’ha costruita deve aver sbagliato i calcoli strutturali o semplicemente…non ha usato il cerchio da pasticceria!!!
Insomma dopo diverse ore di lavoro, ecco la torta, finita, con glassa e decoro al cioccolato, con quella anda un po’ così…leggermente decadente…come si confà ad una torta che viene da Budapest, dalla nobiltà del passato, dalle vecchie ricette di una volta.
(Inutile dire che Michela l’ha assaggiata, ha detto che era buonissima e anche in ufficio è andata a ruba, un buon motivo per rifarla presto!)
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