martedì 23 novembre 2010

la torta esterhazy

E arriva la domenica mattina, di quelle che fuori c'è il sole e quindi le bimbe ti costringono ad uscire dalle coperte, a vestirti, a raccogliere cappotti e biciclette e a fare un giro per la città, per le vie affollate di gente, schivando i tavolini dei bar, i cani a passeggio, i bambini che saltano.
E arriva anche la domenica pomeriggio, quando il sole tramonta in mare, e dopo aver sfogliato e risfogliato tutti i libri di cucina che hai in casa, decidi che è giunta l'ora di affrontare la Torta Esterhazy, pubblicizzata dal Cavoletto nel suo penultimo libro e che viene direttamente da Budapest.
Si tratta di una torta fatta di sei strati di cialda alle noci, intervallate da crema alle noci e ricoperta ovviamente di noci; in pratica, se siete allergici alle noci, potreste avere uno shock anafilattico solo a guardarla la torta esterhazy!!!
Va detto poi che domani è lunedì e la Michela ci ha invitato a cena, a me, al sacco di patate e ad altri colleghi e quindi, visto che le piacciono un sacco le noci, questa è la torta giusta per lei.
Quindi io e Giulia incominciano a tirare fuori dagli armadi il cerchio di pasticceria, le ciotole maxy dell'ikea, il frullatore, le uova, il latte, le noci, la carta forno...e la cucina incomincia a riempirsi di macchie di crema, di briciole di noci, di schizzi di albumi montati a neve.
Il tutto sta nel prenderci la mano; all’inizio guardi queste cialde alle noci che cuociono lente in forno e la prima ti sembra troppo molle, la seconda ti sembra troppo colorata, la terza troppo bianca, però finalmente quanto tutto sembra essere perduto la quarta, la quinta e la sesta vengono fuori della giusta consistenza.
Poi incominci a preparare la crema e qua si apre il capitolo: la crema deve avere la consistenza della crema pasticcera oppure quella più liquida della crema all’inglese? La risposta è una sola; la prima, sennò appena la versi sulla cialda croccante di forno, sarà tutto un inseguirsi di rivoli di crema per il piatto.
Poi costruisci la torta: ma visto che sei testarda e non hai nessuna voglia di dare retta a chi, alle tue spalle, ti dice di usare il cerchio per montare il tutto, così da dargli un po’ di sostegno, fai a mano libera e il risultato è molto simile alla torre di Pisa.
Avete presente no quella torre che è famosa in tutto il mondo solo per un motivo ovvero perché è storta, perché colui che l’ha costruita deve aver sbagliato i calcoli strutturali o semplicemente…non ha usato il cerchio da pasticceria!!!
Insomma dopo diverse ore di lavoro, ecco la torta, finita, con glassa e decoro al cioccolato, con quella anda un po’ così…leggermente decadente…come si confà ad una torta che viene da Budapest, dalla nobiltà del passato, dalle vecchie ricette di una volta.
(Inutile dire che Michela l’ha assaggiata, ha detto che era buonissima e anche in ufficio è andata a ruba, un buon motivo per rifarla presto!)

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