martedì 6 dicembre 2011

San Nicolò....

Il mio Natale è sempre stato fatto di piccole cose, di piccole gioie quotidiane, tipo fare l'albero quando fuori piove, preparare i biscotti, aspettare un giorno di neve (quando e se arriva), guardare le finestre e i giardini della via che si riempiono di luci sempre più stravaganti: inizialmente furono luci bianche, poi arrivarono le luci blu rosse gialle ed infine giunsero, con il passare degli anni e l'avanzare della tecnologia, i Babbi Natale che si arrampicano sui muri....
Di quelle scoperte quotidiane che ti facevano stare bene, ti facevano spalancare la bocca ogni momento, come se tutto, ma proprio tutto fosse una piccola nuova sorpresa.
E in casa mia, tutti sapevano che per me il Natale era speciale; la mia mamma acconsentiva a fare l'albero a novembre, mio padre, ancora oggi, addobba la ringhiera della terrazza con tante luci colorate e le lascia accese tutta la notte in modo che io, quando mi sveglio la notte (anche se ormai a casa loro dormo si e no la notte della vigilia di Natale), sia felice alla loro vista; e poi c'erano le musiche di natale, il cd di Natale, quello che mettevo sulla radio della macchina e girava all'infinito per tutto il viaggio fino alla casa dei nonni.
Adesso che sono cresciuta, faccio ancora l'albero quando è novembre, preparo i biscotti con le mie bimbe, ascolto Jingle Bells o Santa Claus is coming to town fino allo sfinimento, mi sorprendo ancora ad aspettare che la strada si riempia di luci, e sopratutto mi sorprendo di come le mie bimbe abbiano aspettato tanto San Nicolò e i suoi regali, mi sorprendo a guardare i loro visi illuminarsi alla vista dei pacchetti e dei fiocchi che magicamente sono apparsi sotto l'albero, mi sorprendo della loro innocenza e della loro sorpresa.
Ed è tutto incredibilmente magico.

lunedì 28 novembre 2011

Il lunedì mattina....

Passano le ore e i giorni, e poi le settimane e infine i mesi e il blog resta sempre lì muto ad aspettare che tu scriva qualcosa; come una pagina del tuo diario, bianca come il latte, che appoggiato aperto sul tavolo blu del soggiorno ti guarda aspettando te, solo te, le tue parole e i tuoi pensieri.
E mentre il tempo passa, tu non esiti a fotografare i tuoi piatti preferiti, pensando che un giorno non troppo lontano posterai anche questa ricetta, magari riprenderai a scrivere, strapperai qualche minuto al tuo libro preferito e riprenderai a scrivere. Sì, a scrivere.
E così è successo che una domenica sera, aprendo il frigorifero silenzioso, ho trovato una confezione di panna e tre kiwi che nel giro di qualche giorno probabilmente avrebbero raggiunto da soli la pattumiera.
Ho quindi fatto il classico 1+1 e nel giro di pochi minuti ho preparato quella che ormai è passata alla storia come la panna cotta del lunedì...anche se anche il martedì o mercoledì o venerdì non è che viene disdegnata da nessuno.
Il concetto della panna cotta è semplice, quasi scemo, secondo alcuni potrebbe quasi essere una ricetta per dummies, considerato che l'unica cosa di seria difficoltà è quella di versare il liquido dentro ai bicchierini!
Prendete quindi una confezione di panna fresca da 250 ml, svuotate il contenuto in un pentolino ed aggiungete la stessa quantità di latte fresco, aggiungete due o tre cucchiai di zucchero e portate a bollore; nel frattempo prendete due fogli di gelatina e metteteli in acqua fredda fino a quando non si saranno ammorbiditi. Infine aggiungeteli alla panna+latte caldi e mescolate bene fino a quando la gelatina non si sarà sciolta.
A questo punto potete versare il vostro liquido dentro un unica ciotola oppure in piccoli bicchierini monoporzione dei quali avrete fatto incetta nel più vicino negozio svedese di vostra conoscenza oppure nei bicchierini della nonna, quelli che si vede che ne hanno viste tante.
Quando il liquido si sarà raffreddato mettete i vasetti in frigo per qualche ora.
Nel frattempo, pelate tre kiwi, frullateli con il vostro fido minipimer con un paio di cucchiai di zucchero, non troppi perchè l'acidulo del kiwi serve a contrastare proprio il dolce della panna cotta e non vogliamo che diventi un dolce troppo sdolcinato.
Al momento di servire, versate sopra i vostri bicchierini di panna cotta un pò di crema di kiwi, a vostro discreto piacimento.
Potete ovviamente sostituire i kiwi con qualsiasi altro frutto di stagione, fragole, pesche, perchè la panna cotta è quel dolce, veloce e discreto, che va bene in ogni occasione, sia d'estate che come piccola coccola del lunedì.

lunedì 6 giugno 2011

Io vado a votare....e tu?

Oggi un post straveloce ma anche straimportante: la prossima domenica ed il prossimo lunedì (12 e 13 giugno) si terrà il referendum sul nucleare, sull'acqua pubblica e sul legittimo impedimento. Sono tre temi che ci riguardano tutti da molto vicino e quindi io andrò a votare.
Il voto questa volta poi è ancora più importante, perchè è necessario, affinchè il referendum sia valido, che venga raggiunto il quorum di legge ovvero che il cinquanta più uno degli elettori vada alle urne; se questo quorum, come vuole qualcuno che sta al governo, non verrà raggiunto, le leggi oggetto del referendum verranno definitivamente approvate e quindi ci troveremo con delle centrali radioattive davanti a casa, con l'acqua privatizzata, e sopratutto con un presidente del consiglio che può non presentarsi in aula se è impegnato altrove.
Quindi io vado a votare, passaparola !!!

martedì 17 maggio 2011

La torta e i biscotti....

Qualche settimana fa era il compleanno della mia bimba, la seconda, la pulcina, la buffetta e così anche se un po' in ritardo, abbiamo deciso di festeggiarla a dovere, con una piccola festa di bimbi...peccato che molti di questi bimbi fossero già impegnati altrove e quindi alla fine ho pensato di trasformare la festa in un thè con i biscotti, che poi si è trasformato, complice il tempo, in un aperitivo in terrazza.




Non è mancata ovviamente la torta come non sono mancate le candeline da spegnere al volo; una torta fatta con mousse al cioccolato bianco e limone (sul sito del cavoletto potete trovare la ricetta completa) ricoperta da una mousse leggera alle fragole, inventata da me, che però visto il caldo si è un po' squagliata, dando alla torta quell'aspetto un po' retrò e decadente che vedete in foto....Alla fine era in ogni caso buonissima!



E così il giorno dopo mi sono trovata come al solito con qualche avanzo, nonostante i sacchetti di biscotti distribuiti ad ogni invitato ed è finita come sempre con una tazza di thè e un biscotto....in bilico...come sempre....



venerdì 29 aprile 2011

Le farfalle della sera...

Molto tempo fa avevo letto questa ricetta sul mio blog di cucina preferito (qui).... e ovviamente essendo rimasta, come si suol dire, fulminata sulla via di Damasco, non potevo esimermi dal provarla, dopo averla adeguatamente rimasterizzata a modo mio, fino a farla diventare la mia ricetta estiva preferita, con quelle zucchine morbide morbide cotte direttamente nella pentola della pasta.
Nel mio ciotolino del mixer finivano infatti, oltre alle acciughe, all'olio e all'aglio, anche un paio di foglioline di basilico e una manciata di mandorle, che davano in finis al piatto quella croccantezza che gli mancava.
L'avevo quindi rifatta più volte, anche per alcuni amici, quando nella ciotolona maxi dell'Ikea era finito qualcosa come 1.5 kg di zucchine tagliate a striscioline sottili; era piaciuta tanto anche a loro tanto che una mia amica, la Fra, ha deciso di eleggerla a sua ricetta preferita e quindi ieri sera uscendo dall'ufficio ha detto che andava a comprare zucchine, mandorle e basilico per inaugurare degnamente la sua nuova cucina.
E' arrivata allora chiara la mia esclamazione: "ecco cosa posso fare per cena, ho giusto un paio di zucchine in frigo che aspettano di fare una bella fine!!!!"
Solo che poi giunta a casa ho scoperto di non avere le mandorle e nemmeno il basilico (con la bora di questi giorni sarebbe morto alla velocità della luce), e quindi ho ripiegato su una cremina fatta con acciughe (2), noci (una decina), olio evo (due cucchiai), un cucchiaio di acqua di cottura della pasta e....una spruzzata di menta secca. Il tutto frullato abbondantemente con il mixer e poi versato in una ciotola assieme alle farfalle bio, comprate da Iacopo, e alle zucchine, appena scolate.
Un altro esperimento riuscito; Alice si è fatta fuori due piatti di pasta e anche noi non abbiamo disdegnato.

martedì 26 aprile 2011

Polvere e pensieri....

Ci sono giorni in cui ti svegli con la voglia di scrivere, quei giorni in cui se avessi a portata di mano carta e penna, potresti buttare giù righe e righe e righe di impressioni, immagini, pensieri, quelli che ti affollano la mente mentre la casa prende vita.
Poi le figlie aprono gli occhi, la sveglia sul comodino suona, tuo marito apre l’acqua della doccia in bagno, la tua mano lenta accende la radio della cucina, prende il bollitore, lo riempie di acqua, prepara il thè, il biberon di latte, la tazza delle principesse, i biscotti, la frutta, il pane ed i vasetti di marmellata sul tavolo e i pensieri, le storie, i personaggi che la tua mente ha creato, così come sono venuti, veloci veloci se ne vanno via.
E di loro non resta che una polvere leggera. Una polvere che basta un soffio di vento per farla alzare, nebulizzare nell’aria attorno, illuminata da un raggio di sole che entra dalla finestra.

sabato 5 febbraio 2011

Salsiccia, polenta e poi....

Due giorni fa ho inserito un post per partecipare all'iniziativa proposta da un altra blogger e che recitava più o meno così "facciamo fuori il maiale!!!!"
Ecco, dopo aver dato il mio contributo culturale, penso sia ora di dare anche il mio contributo culinario, quello che ho proposto oggi a tavola alla mia famiglia e che è piaciuto un sacco.
La ricetta l'ho trovata su un giornale che parla di arredamento (non chiedetemi perchè ci siano anche delle ricette, ma tant'è....) giornale che in questi giorni in casa nostra imperversa considerato che dobbiamo decidere come ristrutturare ed arredare la nostra nuova casa nella quale finalmente avremo una cucina degna di questo nome, con spazio sufficiente per tutte le mie pentole, piatti e libri di cucina (ora abbarbicati, quasi arrampicati, stile cozza, ai muri della cucina di 2 metri per uno).
Ovviamente non è che potevo rifarla proprio pari pari e quindi vi do la mia personalissima versione (creata mentre Giulia e babbo erano sul tram di opicina e Alice giocava sotto i miei piedi, rendendo tutto leggermente più complicato); non lasciatevi ingannare dal piatto con i pesci, è davvero maiale!!!!

Ingredienti


Per la polenta:
400 grammi di farina per polenta (io ho usato quella istantanea, visti i tempi ridotti, ma nulla vieta di usare quella a cottura lenta)
acqua
un pizzico di sale


Per il ripieno:
1 cipolla bianca (la mia era particolarmente grande)
2 salsicce 
1 bicchiere di vino rosso (qui un refosco della Fra)
1 bicchiere di brodo di carne
1 cucchiaio di concentrato di pomodoro
una decina di funghi champignon




Preparare la polenta come indicato sulla confezione, ovvero portare a bollore l'acqua con il sale, aggiungere la farina per polenta a pioggia, mescolare energicamente e spegnere.
Vi consiglio di tenere la polenta un pò lenta, così sarà più semplice stenderla all'interno dello stampo.
Nel frattempo, sbucciare la cipolla e tagliarla, non troppo fine. Mettere un cucchiaio di olio in una padella, far rosolare la cipolla e dopo qualche minuto sfumarla prima con il vino rosso e poi con il brodo. Aggiungere il concentrato di pomodoro, mescolare e lasciar cuocere ancora qualche minuto, fino a quando la cipolla sarà trasparente.
In un altra padella far rosolare la salsiccia fatta a pezzi grossolani e quando sarà bella croccante, aggiungerla alla cipolla e mescolare; aggiungere anche i funghi tagliati a fettine, mescolare e dopo qualche minuto spegnere tutto.
In uno stampo da plumcake, rivestito di carta forno, fare uno strato di polenta, poi uno strato con circa metà del composto di cipolla e pancetta e funghi, e poi ricoprire di nuovo con la polenta.
Compattare bene il tutto e mettere in forno per circa trenta minuti a 180 gradi. 
Dopo questo tempo, sfornare, ribaltare il tortino su un bel piatto da portata (ecco magari se lo trovate senza pesci è meglio, io non ne avevo uno neutro che fosse abbastanza lungo da contenerlo) e ricoprire con il resto del composto di salsiccia e cipolla e funghi che avrete tenuto in caldo.
Buon appetito!

giovedì 3 febbraio 2011

13 febbraio....


"Veri soldati in gonnella siam.
Del voto alle donne gli alfieri siam.
Ci piace l'uomo preso a tu per tu,
ma il governo lo troviamo alquanto scemo.

Lacci e catene noi spezzerem
e tutte unite combatterem.
Noi siam le forze del lavoro
e cantiamo tutte in coro:
Marciam! Suffragette, a noi!

Non puoi arrestarci o maschio
son finiti i tempi tuoi.
E' un solo grido unanime: Femmine, a noi!
Ben presto anche in politica seguire ci dovrai,
se il voto ancor ci neghi,
per te saranno guai!
Siam pronte al peggio,
anche a morire ormai.
Chi per il voto muor, vissuto è assai.
Femmine, a noi!

Ah! Lacci e catene noi spezzerem
se tutte unite combatterem.
Noi siam le forze del lavoro
e cantiamo tutte in coro:
Marciam! Marciam! Marciam!
Suffragette, a noi!"

(Mary Poppins, il film)

Chi di voi da piccola non ha mai visto "Mary Poppins"? Ecco mentre ieri parlavo con la mia dolce metà di questa brillante iniziativa, qui, riportata su diversi siti di cucina e non, cavoletto ovviamente tra tutti, stavo pensando a come avrei potuto partecipare nel mio piccolo.
E come sempre succede in questi casi, il mio sacco di patate mi è venuto in soccorso, cantando la sua canzone preferita, e marciando in giro per casa, come nel film fanno la mamma dei piccoli Banks, le cameriere, e la tata sfuggente.
Direi che questa canzone in questo particolare momento storico per noi donne cade davvero a pennello! 
Senza cadere in tranelli politici o disquisizioni esistenziali, all'inizio del secolo XX molte donne si sono unite fra loro per rivendicare il sacrosanto diritto di esprimere anche il proprio voto e quindi decidere chi deve governarle. Perchè, forse dovremmo ricordarcelo tutte, fino ad allora a votare erano solo gli uomini e nemmeno tutti gli uomini, solo quelli con i soldi; gli altri, i poveri, i diseredati e le donne non contavano nulla e dovevano sottomettersi supini alle decisioni altrui.
Ora, in Italia il voto alle donne è stato concesso solo nel 1946, molto dopo rispetto ad altri paesi europei, e quella volta le donne sono andate a scegliere, il 2 giugno 1946, tra monarchia e repubblica. Ricordo ancora i racconti delle mie nonne che tutte fiere sono andate a votare per la prima volta, chi con il marito, chi ancora senza....
Ricordo poi il ricordo della mia nonna che il 18 aprile 1948 mi raccontava delle prime elezioni del Parlamento repubblicano, lei che aveva una pancia notevole visto che di lì a tre giorni sarebbe nata la mia mamma.
Ecco, quella volta ci è stato concesso finalmente il diritto di esprimere la nostra opinione; ad un secolo di distanza, è ora di scendere nuovamente in piazza a ricordare a tutti che non possono metterci da parte, che contiamo qualcosa anche noi, e che quel voto, per cui tante prima di noi hanno combattuto, non può essere barattato con nulla, pena la perdita della nostra dignità!
E allora in piazza, suffraggette!!!!

domenica 30 gennaio 2011

I cuoricini della domenica


Dopo il blog intimista di una settimana fa, è ora di tornare a parlare un pò di cucina....Penso di aver già espresso la mia opinione sulla domenica mattina, quella passata sotto le coperte a leggere un libro mentre fuori ci sono le nuvole oppure la bora o che ne so, anche un bel sole che scalda le coperte...
Oggi però è una domenica mattina diversa, di quelle che ti svegli alle 8.20 con Alice che ti tira i capelli e con la sua vocina ridicola dice "Mamma, mamma" mentre Giulia si è fissata che vuole assolutamente leggere tutti i libri della sua immensa biblioteca, iniziando da La principessa e il ranocchio e finendo con Alice nel paese delle meraviglie.
Ti alzi e non sai come, ma dopo esserti adeguatamente coperta con maglioni, pantaloni della tuta informi ma pesantissimi, ti dirigi nemmeno tanto mesta in cucina dove incominci a impastare, mescolare e produrre delle buonissime briosche svedesi.
Ovvero quelle cose rotonde che se andate all'ikea trovate già pronte e surgelate, solo da mettere in forno.
Se non fosse che riprodurle a casa è una cosa quasi idiota, anch'io potrei azzardarmi a comprarle.
La differenza sta nel fatto che comprando quelle già pronte ti perdi tutta l'emozione di farle le brioche; vuoi mettere vedere l'impasto che prende forma sotto le tue mani, le impronte di farina sui mobili della cucina, quel ricordo atavico di quando eri piccolina e con la nonna impastavi torte, tigelle, gnocco fritto e la sfoglia dei tortellini, e sopratutto vuoi mettere il ditino di alice che affonda nella palla che sta lievitando piano piano sotto il cannovaccio preferito?
Ultima annotazione: quest'oggi invece che riprodurre le rondelle tonde che trovate all'ikea, ho deciso di mettere l'impasto dentro degli stampini di silicone che Monica mi ha regalato per Natale e che hanno appunto la forma del cuoricino.

Ingredienti:
450 grammi di farina
25 grammi di lievito
250 ml di latte
100 grammi di zucchero
75 grammi di burro
cardamomo macinato un pizzico o qualche semino
cannella un cucchiaino
sale un pizzico 
zucchero



Se usate il cardamomo intero, pestate un seme gigante ed estraetene i semini piccoli; scaldate il latte e versateci i semini. Lasciateli in ammollo in modo che il latte assorba il sapore del cardamomo.
A questo punto filtrate il latte e scioglieteci dentro il lievito.
Nella ciotola mescolate farina, zucchero, il burro che avrete precedentemente sciolto, il sale e la cannella; aggiungete il latte ed il lievito e mescolate fino ad ottenere una pasta liscia ed omogenea.
Coprite con un cannovaccio e lasciate lievitare per circa due ore (come per tutti gli impasti deve raddoppiare di volume).
A questo punto riprendete l'impasto e dividetelo nei vari pirottini a forma di cuoricino; questa dose è sufficiente per circa 15 brioche, quindi dovrete avere molti cuoricini....Aspettate circa 30 minuti in modo che l'impasto lieviti nuovamente ed infornate per circa 20 minuti a 180 gradi.
Nel caso in cui vogliate riprodurre le originali brioche svedesi, invece, prendete l'impasto, stendetelo con il mattarello in un rettangolo alto circa mezzo centimetro e spalmatelo con 50 grammi di burro sciolto, 50 grammi di zucchero e un pizzico di cannella.
A questo punto arrotolatelo e tagliate delle rondelle di circa 3 cm di lato. Mettete le rondelle in una teglia da forno, lasciate lievitare 30 minuti e infornate a 180gradi per circa 20 minuti.
Buona domenica mattina!

lunedì 24 gennaio 2011

Quando nel cielo ci sono la luna e le stelle

C'è una storia che io racconto spesso la sera al mio sacco di patate per farla addormentare e che comincia con il classico "c'era una volta", prosegue più o meno sempre allo stesso modo per qualche frammento.e finisce ogni volta in modo diverso. E' la storia della sua breve ma super intensa vita e a un certo punto, quasi all'inizio, io pronuncio sempre la stessa frase: "questa bimba non è nata di giorno quando c'è il sole ma di notte quando nel cielo ci sono solo la luna e le stelle".
Bè anche questa sera mi sono trovata a lavorare sul computer fino a tardi, perchè le giornate volano e le ore non bastano mai e adesso prima di andare a dormire ho guardato fuori e ho visto la luna e le stelle. E il pensiero è volato subito alla storia della sera, quella magica che la mamma ti racconta per farti addormentare quando sei piccolo e hai ancora un pò paura del buio.
La mia piccolina ogni tanto la notte si sveglia e per giustificare l'incursione nel mio letto pronuncia sempre la stessa frase: avevo paura del buio. Eppure basta risponderle che in realtà non è così buio perchè in cielo ci sono la luna e le stelle, proprio come quando è nata lei, che lei si calma e si sente subito meglio.
A volte per togliersi la paura di dosso bastano pochi secondi, basta guardare fuori dalla finestra e vedere la luna e le stelle.
Buonanotte!

mercoledì 12 gennaio 2011

Muffin cioccolata bianca e fragole

E' successo prima di Natale che nella fretta di partire per San Benedetto del Tronto (dopo aver fatto tappa nell'ordine a Udine e a Ferrara, quando si dice la famiglia Brambilla in vacanza), con al seguito figlie e cane, abbia deciso di lasciare sul blog la ricetta dei muffin con le pere e il cioccolato, sperimentata da poco.
E' successo poi che oggi mentre riordinavo il mio vecchio portatile (a cui, causa intervento di Alice, manca anche qualche tasto, qualcuno sa dov'è finita la mia n???), e quindi eliminavo vecchi file e organizzavo meglio quelli esistenti, io abbia trovato questa vecchia foto, che ritrae, guarda caso, dei muffin ma questa volta con cioccolata bianca e fragole.
In sostanza, la ricetta è identica a quella già postata il 23 dicembre e ricalcata da una ricetta trovata sul sito del cavoletto di bruxelles, solo che qui, a testimonianza che tutto si trasforma, avevo usato delle buonissime fragole e della cioccolata bianca. Benchè io adori le fragole "nature" ovvero solo con un pò di zucchero e limone, senza panna e inutili fronzoli, devo ammetterlo che qui, sarà l'impasto del muffin che le copre e le conserva, le fragole mantengono tutto il loro sapore, che non si confonde con quello della cioccolata bianca.
In conclusione sono un bel modo di iniziare la giornata o perchè no farla iniziare alla propria famiglia e ovviamente a quei mangioni dei colleghi di lavoro.....

martedì 4 gennaio 2011

Il bello delle vacanze natalizie


Il bello delle feste natalizie o almeno delle vacanze è che uno ha molto più tempo di dedicarsi alle sue passioni segrete, alle cose che normalmente, preso dallo stress quotidiano, dimentica di fare...come per esempio pulire la cucina!!!
No, in realtà pensavo a quel momento in cui ti trovi in pigiama alle 10 del mattino, guardi la tua cucina e decidi che è ora di sporcarla un pò con tutti quegli ingredienti che hai comprato ieri in un momento di pura follia consumistica; e quindi passi il resto della mattinata, del pomeriggio e della sera, a mescolare assieme verdura, carne, frutta, pesce, fino a che la casa, tutta la casa, è piena di odori, profumi e sensazioni nuove.
In particolare, visto che di tempo ne avanza, tra una bimba e l'altra che hanno appena deciso di demolire il soggiorno (perchè a Natale gli asili chiudono in massa per due settimane? ah, sì, perchè è Natale), tra il cane che vuole uscire ( e poi rientrare di corsa spaventato dal rumore dei botti) e il gatto che vorrebbe mangiare pure lui, decidi che devi assolutamente provare la mitica Boeuf Bourguignon (finalmente dopo mesi di tentativi sono riuscita a scriverla giusta).
Quindi dopo aver controllato nuovamente la ricetta di Julia Child, scaricata dal sito www.cavolettodibruxelles.it e poi verificata su internet (Julia Child è colei che ha lasciato ai posteri un librone enorme pieno di ricette francesi rimasterizzate per il pubblico americano - ed infatti si intitola Mastering the art of French Cooking (vedi mai che voleste approfondire anche voi) e sopratutto aver verificato la presenza di tutti gli ingredienti, ho dato il via all'opera.
Tralascio tutti i passaggi che tanto potete tranquillamente cercare anche altrove, vi lascio invece la foto del risultato, accompagnato, sempre per la regola che tanto il tempo ci avanza, con le patate Hasselback, che nonostante sembrano difficili da fare in realtà sono molto semplici (basta avere un coltello molto affilato) e delle cipolline in agrodolce come le faceva la mia mamma.
Ovvero si prendono delle cipolline di quelle piccole, magari già sbucciate, se proprio non volete faticare troppo, si fanno rosolare in padella con un filo di olio e magari un goccio di acqua, in modo che diventino morbide senza però bruciarsi; devono diventare quasi trasparenti.
A questo punto, asciugato il liquido, aggiungete nella pentola un paio di cucchiaini di zucchero e pari quantità di aceto (di quello buono che poi il gusto resta tutto lì); girate le cipolline con una paletta, gentilmente, in modo che si rosolino da tutte le parti, in modo uniforme e servite calde o tiepide a vostro piacere.
Inutile ribadire che di tutta la preparazione del boeuf bourguignon la cosa che mi ha più affascinato era l'odore che sprigionava il forno ogni volta che lo aprivo per guardare la pentola e cercare di intuire se lì dentro tutto andava come doveva: al contrario di Julia Child e di altri professionisti, non ho infatti usato una cocotte di ghisa con coperchio di ghisa e quindi di per sè imprescrutabile, bensì la pentola che era in lista nozze e che se sotto è di ghisa, sopra a un bel coperchio di vetro trasparente.
A differenza quindi di Julia Child e degli altri professionisti, io potevo ben vedere cosa succedeva dentro a quel bel pentolone; inutile dire che sostanzialmente non succedeva nulla di strano, si vedeva solo della buona carne che sobboliva leggermente, con il suo vino e con il suo brodo. ma il profumo che ne usciva era qualcosa di spettacolare.
Quando finalmente poi ho tirato fuori la pentola dal forno e ho assaggiato la carne, ripescata dal quel sughino succulento, ho immediatamente pensato che era qualcosa di straordinario, leggera, morbida, profumata, insomma da rifare assolutamente prima che passi gennaio.
P.S. ho dato un occhiata ai vecchi post e ho un pò di arretrato da smaltire, quindi aspettatevi presto un racconto dettagliato della cena degli auguri e sopratutto degli altri dolcetti natalizi di questi giorni!